giovedì 3 novembre 2011

Siamo diventati tutti artisti?




Federico Fellini
konrad Lorenz

 

Roberto Rossellini
Pier Paolo Pasolini








E…all’inizio fu il Caos…

Nulla del seme piantato negli anni 60, culminato con i folgoranti avvenimenti che vanno dal 1968 ai giorni nostri è andato perduto. Una,fino ad allora,delle più incredibili rivoluzioni pacifiche della storia, stava attraversando come un Tornado,tutti i livelli della società occidentale,fatta sempre di Caste, di Padri Padroni e di Furori Guerrieri, postumi della seconda guerra mondiale.

La Rivoluzione giovanile, figlia si della ricchezza e del “tempo libero” accumulati dall’Occidente, ma anche consapevole delle tante battaglie condotte per la libertà e per l’indipendenza, in Centro e Sud America, in Africa come in Asia, rappresentò l’inizio di una globalizzazione del pensiero “contro”,che in gran parte iniziava a rifiutare i dogmi centralistici del comunismo nell’Unione Sovietica da una parte e della società conservatrice fondata sui valori della chiusura e del “compromesso familiare” in senso largo, dall’altra. Ben lungi dall’essere un movimento parassitario, come anche “l’Oggi”,che i profeti del nichilismo mediatico cercano invano di venderci, i valori fondanti del ’68 rimangono di carattere intellettuale e filosofico più che politico. La ricerca, anche non coordinata tra le varie discipline, attraverso le avanguardie artistiche, determinò l’unica vera onda comune di pensiero alternativo, agli schemi preposti dalla società occidentale. Una rottura degli schemi illuministi, post-illuministi e post-moderni, che avevano bisogno di essere quanto meno aggiornati, per arrivare ad una terza via ,il vivere in un clima “felice”, in convivenza con il proprio inconscio, socio maggioritario della nostra evoluzione.

Ci si batterà dunque con grande ardore per l’uguaglianza dei cittadini e delle razze, per i diritti universali, per una “Nuova Società”, ma in blue jeans, con Jimmy Hendricks e la grande musica di quegli anni a scandire il battito del cuore e il ritmo dell’azione. I luoghi d’Arte e di Cultura, la Biennale del Cinema di Venezia, il Festival di Cannes, le Quadriennali, la Scuola, le sedi dei partiti e dei “movimenti”,le libere Assemblee, gli esami, i meriti individuali, si scrollavano la polvere di dosso,ormai sommersi da una contestazione profonda e dissacratoria,che distruggeva i miti dei ben pensanti e dei conservatori. Nulla fu più come prima,e nella corsa frenetica per una” nuova consapevolezza”, che mai nella Storia questa generazione aveva conosciuto,ci si avviava alla costruzione di un “Mondo Nuovo”.  Il confronto, per citare alcuni dei grandi maestri,era con Roberto Rossellini, con Fellini e Pasolini, si leggevano Konrad Lorenz, scoprendo l’Ecologia, Jung, scoprendo l’inconscio, e poi tra i Filosofi, Marcuse, Benjamin, Deleuze, Levy, Glucksman.
Si  approfondiva il rapporto con i “Maitres Penseurs”, d’origine francese, Cohn Bendit saliva sulle barricate…gli “uccelli “  volavano sui tetti della Facoltà di Architettura, Pasolini, negli scontri di Valle Giulia stava dalla parte dei figli del popolo (i poliziotti), era arrivato come un maremoto il 1968!

Una “disoccidentalizzazione”del Sistema diventa uno scioglilingua imperativo,si parte per altri lidi. Le mete diventano i mondi nuovi della comunicazione, luoghi dove l’Umanesimo e le sue culture associate,fossero ancora all’ordine del giorno. Si va nei paesi islamici del Mediterraneo,si va nei paesi poveri ma ricchi di culture antiche,in Sud America,si va in autobus da Londra a Delhi,per scoprire l’India, si va in Africa verso i Dogon, i Tuareg, I Peul, si scopre il nomadismo musicale e i grandi viaggi. Ci si chiede da dove vengano le cose che amiamo, non ci bastano le spiegazioni occidentali, radicate nella storia si’, ma senza le istruzioni per trascendere l’ Ego Onnipresente. Cerchiamo, anche oggi, la “Verità” o le tante verità insieme. Ci dobbiamo ricordare anche, che siamo stati preceduti, da tanti altri “viaggiatori”,che nei secoli precedenti hanno scandagliato i mondi sconosciuti, ci si abbevera delle pagine di Herman Hesse,di Rimbaud,di Gourdjeff,di Tucci e di Maraini, del recente Chatwin,si vedono finalmente i documentari sull’India di P.P.Pasolini,di R.Rossellini e i viaggi di Moravia in Africa.  Dopo Easy Ryder di Denis Hopper,si saccheggia la cultura “On the road” americana e si scoprono i suoi poeti e scrittori ,Ginsberg, Corso, Bukowsky, la Pop Art con i suoi pittori. Nasce la swinging London e i poeti diventano cantanti a ritmo di rock’n roll...

Ecco, secondo me,  questa straordinaria ragnatela del sapere, oggi, aggiornata dalla storia scorre come un alveo gigantesco,negli infiniti meandri della Rete, e furono quei primi assiomi,a decretare attraverso Internet, una democratizzazione della comunicazione,”l’Underground” che diventa:”e quindi uscimmo a rivedere le stelle” (Dante). Le stelle come messaggi che toccano la coscienza, l’informazione totale che sciocca le coscienze. La platea globale diventa lo scenario della comunicazione, tutti possono con i nuovi strumenti high tech.,misurare il proprio io,con il mondo della creatività e sensibilizzare, raggruppare velocemente masse informate e dunque libere.

Siamo dunque tutti diventati Artisti? invece di vittime della Restaurazione? Certamente non è così. Di quell’Epoca ci siamo certamente portati dietro, mura abbattute e porte spalancate, nuovi rapporti di forza, dove ognuno ha combattuto la propria battaglia ,ma soprattutto si è in grado oggi, fin da giovani, di prendere coscienza di ciò che ci circonda, di formare consapevolezza ed energia.
Inoltre nessun sapere umano è mai stato così vicino alla perfezione, vedi internet, nel raccogliere , catalogare e restituire al mondo di oggi l’arte del passato, del presente , del futuro.
I movimenti giovanili , sempre presenti nella storia , hanno colto per primi questo grande potenziale e come in una dissolvenza cinematografica , una rivoluzione del pensiero e dei costumi , gli anni ‘60 e ‘70, si sono fusi nell’avvento della rete.
Il pensiero creativo , gli associazionisti, le informazioni, le tipologie nuove dei luoghi d’incontro , le ricerche , viaggiano veloci nell’etere , moltiplicando il  sapere e la conoscenza .Dai primi vagiti ad oggi il link più importante che ne deriva è quello tra le generazioni.. Padri, madri, figli, sono finalmente davanti allo stesso schermo world wide .
Ognuno è regista , artista, grafico, fotografo, l’Ego creativo è appagato.
Siamo diventati dunque tutti artisti? Forse no, ma abbiamo comunque aperto uno spiraglio nel subconscio di ognuno come un arricchimento, alla ricerca di una propria identità, uno stile…
Oggi , tra i giovani e non, etica ed ideali spuntano ogni dove , sicuramente di più che nelle aule scolastiche , in attesa che argomenti , scienza , sapere ed arte collimino con i futuri programmi educativi a conferma di un ruolo fondamentale della rete.

Nei nuovi movimenti culturali emergenti è proprio questo il punto chiave che va affrontato. Non siamo dunque tutti Artisti!  Ma il “tendervi” avvicina la nostra sensibilità a tanti altri fenomeni quali il sapere, vedere, leggere, intuire la trasformazione in atto, cogliere, come nei lembi delle galassie, le librerie universali, di questo grande Mondo Globale,abbiamo bisogno di un’ antropologia della Rete,che produca “conoscenza degli altri” e ne evidenzi i meritevoli, nei vari settori, che spingono sulle strade dell’ extra-ortodossia. I movimenti per i diritti che nascono dalla rete sono “nipoti” forse maturi per i nuovi balzi in avanti?
Proviamo ad allontanare nel mondo dell’arte  la visuale, spesso troppo ferma sulle “pozzanghere dell’occidente”,energie spossate,cadaveri sezionati, le Morgues, il malessere derivato dai limiti imposti dalle Autorità, penso soprattutto alla Fotografia di oggi, e prendiamo le distanze anche un po’ dal ”minimalismo” conformista, fratello assuefatto del “massimalismo” indecente. Bisogna imparare a proiettarci in una ricerca che sappia volare, tra cielo e terra, abbastanza bassa, per non farsi intercettare dai Radar.     

Giusto Puri Purini
01.01.2011

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